L’Unione Europea ha ventiquattro lingue ufficiali e circa duecento lingue non ufficiali, includendo anche le varie specificità territoriali: solo in Italia si parlano 34 lingue e dialetti. Sebbene le lingue dei singoli gruppi linguistici (germanico, romanzo, slavo ecc.) siano in qualche modo simili tra loro, con l’aumentare della distanza, anche la lingua cambia fino a diventare irriconoscibile. Gli slovacchi non capiscono gli olandesi, così come gli italiani non capiscono i finlandesi e i tedeschi non capiscono i lituani. Eppure esistono parole che, almeno in Europa, non hanno bisogno di nessuna traduzione: una di queste è “auto”. Come è successo?
Le parole uguali o, quantomeno, simili nelle singole lingue europee, hanno una storia molto breve o al contrario molto lunga. Tra le prime annoveriamo le espressioni risalenti ai tempi dell’antica Grecia e di Roma: ad esempio, le parole panico, mentore oppure ipnosi hanno le loro origini nella mitologia greca, mentre gli antichi romani hanno arricchito il vocabolario delle lingue occidentali con le parole barbaro, candidato, decimazione, ornamento e molte altre. I neologismi, al contrario, si diffondono molto spesso dall’inglese. Tra i tanti ricordiamo per esempio airbag, marketing o Internet.
Eppure la parola auto non è arrivata dall’Inghilterra. Nonostante gli inglesi comprendano la parola e gli americani addirittura la usino, tra loro prevale in modo schiacciante la famosa parola “car”, formata dall’abbreviazione della parola “carriage”, vale a dire carrozza. Dopotutto, le auto inizialmente venivano chiamate “horseless carriage”, ovvero carrozza senza cavalli. E la storia della parola “carriage” risale al “carrus” degli antichi romani, che il latino prese in prestito dal gallico parlato nel territorio dell’odierna Francia. E qui, forse per molti sarà una sorpresa, si cela la risposta alla nostra domanda iniziale.
Naturalmente la parola “auto” deriva dall’abbreviazione di “automobile”, che è, tanto per cambiare, composta del greco “auto” (“indipendentemente”, hanno la stessa origine similmente alla parola automa e altre simili) e il latino “mobilis” (mobile). Visto? Siamo finiti di nuovo nell’antichità. E la Francia? Probabilmente non scopriremo mai chi ha inventato la parola “automobile”. Quel che è certo, però, è che alla fine dell’Ottocento era relativamente diffusa in francese. La pubblicazione Arts Industriels scriveva di automobili da corsa già nel 1895, l’Automobile Club de France fu fondato il 12 novembre dello stesso anno e, nel 1899, il famoso scrittore francese Émile Zola scrisse a pagina 305 del romanzo Fecondità (Fécondité) che…
Séguin doveva portare sua moglie e il loro amico Santerra a pranzo a Mantes per provare l’automobile ad alimentazione elettrica che aveva appena fatto costruire spendendo molti soldi.
Fu, quindi, dal francese che la parola automobile si diffuse in inglese, tedesco e altre lingue. È uno strano intreccio di coincidenze storiche e una bella testimonianza dello sviluppo delle lingue europee che le due parole più comunemente usate oggi in Europa e in America per indicare un veicolo a motore siano nate da processi completamente diversi e non correlati da un singolo paese, o piuttosto una regione, dal momento che la Francia, come la conosciamo oggi, comprensibilmente non esisteva ai tempi dell’antica Roma. A proposito, hai notato dal brano del romanzo di Zola che le automobili elettriche sono vecchie quasi quanto l’automobile stessa? Ma questa è un’altra storia, ne parleremo un’altra volta.